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Nei vicoli romani del Caravaggio

Verantwortlicher Autor: Antonio Tisi Roma, 21.11.2024, 19:30 Uhr
Presse-Ressort von: Antonio Tisi Bericht 1157x gelesen
Casa di Caravaggio - Roma
Casa di Caravaggio - Roma  Bild: Antonio Tisi

Roma [ENA] La vita del Caravaggio è costellata di momenti superlativi, legati alle sue opere e alla sua creatività artistica, quanto di aspetti e lati della sua esistenza al quanto bui e pericolosi, che puntualmente si alternavano nella sua vita. Un uomo non certo tranquillo, che non esitava a frequentare

luoghi e angoli della città dove a regnare era solo povertà, sporchizia, sesso, violenza. Vicoli e ambienti poco raccomandabili, strade popolari, locali malfamati e osterie molto frequentate. Proprio in una di queste osterie, l'Osteria della Lupa, il Caravaggio ottiene un alibi per non essere incarcerato dalla polizia del Governatore di Roma che stava indagando per l'aggressione ricevuta da Angelo Zanconi, «musico al Pozzo delle Cornacchie». L'accusato era proprio Michelangelo Merisi (Caravaggio) ma grazie alla testimonianza di Prospero Orsi (pittore) e Costantino Spada (mercante di quadri), suoi amici, i quali dichiararono di aver passato la sera nell'Osteria della Lupa in contrada della Scrofa, con lo stesso, così che si evitò l'arresto.

Questa osteria si trovava, infatti, a pochi passi dalla dimora del Caravaggio. Al pianoterra di un edificio posto all’angolo tra piazza della Lupa e vicolo della Lupa, c'era questa osteria, Osteria della Lupa; quest'ultima, come pure la piazza e il vicolo attingevano il nome da una fontana che si trovava nei pressi del vicino palazzo Capilupi, residenza del vescovo mantovano Ippolito Capilupi (1511-1580). Il vicolo della Lupa oggi è l’attuale via della Lupa, purtroppo la piazza non esiste più, che è diventata invece uno spazio, trasformato in un semplice slargo.

Per circa un anno tra il 1604 e il 1605, Caravaggio dimorò nel vicolo del Divino Amore all'altezza del civico 19; li proprio nei pressi c'era l'Osteria della lupa dove lui spesso si palesava come avventore, la sera non ce la faceva a rimanere lontano dalle osterie, dalle prostitute, dal gioco d’azzardo. in un episodio, li in osteria, lanciò un piatto pieno di carciofi contro un garzone d’osteria, un altro giorno prese a bastonate un amico del Cardinale Dal Monte. Spesso si arrivava ai coltelli, un'altra volta ferì un notaio che ammiccava la sua donna, un’altra era finito all’ospedale affermando spudoratamente di essere caduto sulla sua spada. Insomma non c'era giorno che non accadeva qualcosa.

vicolo del Divino Amore - Roma

Il Caravaggio, assieme al suo garzone Francesco, tra il Vicolo del Divino Amore e via dei Prefetti aveva presa in affitto una casa che si componeva di una sala con camere, scale, cantine, cortile, orto e pozzo, poi la casa ebbe dei lavori di ristrutturazione, (da ricerche fatte) tra il 1601 e il 1604 e quindi trasformata in due appartamenti per avere così una rendita. Queste strade dove ha vissuto sono adatte e propiziano la vita violenta dell’artista lombardo, per esempio la Piazza della Pallacorda, Via della Lupa e Via della Maddalena, dove si alimentano spesso litigi o aggressioni quasi tutti per futili motivi come nel caso di un piatto di carciofi conditi non a modo da un locandiere, stesso episodio già citato prima.

Non mancavano episodi che coinvolgevano l'istrionico artista, come occasioni di oltraggio a pubblico ufficiale e quindi anche per omicidio, parlando del caso che coinvolse Ranuccio Tomassoni in zona Piazza Firenze, vicenda che indurrà l’artista a fuggire da Roma e senza ritorno. Diffusi, in questa parte di Roma, i campi per il gioco della pallacorda, l’episodio criminoso più noto del Caravaggio avviene, forse, proprio qui, conseguenza di una discussione per una partita di pallacorda in cui l'artista pittore uccide Ranuccio Tomassoni. Le reali motivazioni non sono mai state accertate, sicuro è che il Tomassoni fu ucciso. Il Caravaggio, costretto a fuggire, e la condanna afflittagli fu quella della pena capitale in contumacia.

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