Mattatoio di Roma
Roma [ENA] Tante le trasformazion che ha subito questo luogo, forse ne avrà ancora altre in futuro. Nato come nuovo mattatoio della città nel 1888, grazie al genio dell'architetto Gioacchino Ersoch, che fu investito a realizzare una nuova area di mattazione a Testaccio che sostituisse quella in essere,
già esistente alle spalle di Piazza del Popolo. Le nuove norme igieniche esigevano un'organizzazione e spazi diversi e più grandi, per la macellazione delle carni, così pure come le nuove fisionomie urbanistiche della città stessa. Al progetto prese parte anche l'ingegnere Filippo Laccetti padre e ideatore di un interessante sistema di eliminazione degli scarti alimentari nel vicino Tevere. Il Mattatoio di Testaccio, era quindi un agglomerato di padiglioni nato sotto il monte dei cocci, struttura realizzata appunto per la macellazione e la distribuzione delle carni destinate alla capitale.
Una prima trasformazione la ebbe nei primi anni del Duemila, quando da un'idea di Zoneattive prese piede un primo progetto di restauro. Aperto nel 2006 e terminato nel 2010, il cantiere aveva come fulcro un intervento conservativo che ha riqualificato i padiglioni usati come serbatoi dell’acqua, per la pelanda e per la macellazione dei suini. Fino al 2017, la gestione è stata affidata ai Musei in Comune della Sovrintendenza capitolina ai beni culturali, che negli anni ha espletato il ruolo di catalizzatore di arte contemporanea avvalendosi della presenza di una sezione dell’Accademia di belle arti e della Facoltà di Architettura di Roma Tre.
Il complesso si trova nel cuore del rione Testaccio e impegna un'area di 25.000 m² tra via Beniamino Franklin, dove c'è l' ingresso principale, il lungotevere Testaccio; qui era collocato un padiglione creato inizialmente a dazio per il controllo ed il peso del bestiame, quindi il complesso, si sviluppava tra via Aldo Manuzio e viale del Campo Boario, li dove si operava il commercio della carne. L'intero complesso architettonico, testimonia il passaggio dal classicismo alla modernità e costituisce un importante esempio storico dell’architettura industriale monumentale e razionale della fine del XIX Secolo. Ulteriore trasformazione, quella del 2018, quando la gestione è stata affidata da Roma Capitale all’Azienda Speciale Palaexpo.